Pour faire un vin il faut…. un arbre. (Esprit des Dryades)

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La maestosa quercia: un albero sacro negli antichi culti celtici, ma protagonista di storie e miti già dal tempo della mitologia greca. Le Driadi, dalla parola greca dryas, quercia, erano spiriti dei boschi, rappresentate come giovani donne, simbolo della forza e del rigoglio vegetativo del bosco. A queste figure mitologiche si è ispirato Jean Charles Vicard per realizzare il progetto “Esprit de Dryades”, una linea di barrique che nasce dal rispetto per la foresta e dalla volontà di valorizzare al massimo ogni singola tavola di rovere pregiato. Il progetto “Esprit de Dryades” si lega fin dal suo concepimento al concetto di “rispetto”: della foresta e della natura, del lavoro dell’uomo, dell’originalità dei diversi vini: e i vini italiani, con la straordinaria ricchezza di territori e di vitigni del nostro paese, che non va assolutamente appiattita da un uso malaccorto del rovere ma, al contrario, va esaltata, sono un vero e proprio “focus” del progetto.

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Questo particolare rapporto tra Esprit de Dryades e vini italiani è stato propiziato dall’incontro di due uomini, Jean Charles Vicard, bottaio di Cognac e grande esperto di foreste e di legname, e Joseph Nicastro (rispettivamente a sinistra e a destra nela foto), tecnico dalla pluriennale esperienza nel campo delle botti in rovere pregiato, in gran parte spesa in Italia per conto di varie “tonnelleries”. “Ho avuto la fortuna – spiega Joseph – di accumulare tanti anni di esperienza per capire come i vari tipi di legno e di botte interagiscono con i diversi vini italiani, sempre dialogando con i produttori, interpretando le loro esigenze e quelle dei loro clienti, sperimentando e mettendo a punto insieme a loro le soluzioni migliori, degustando i vini. E posso dire che ormai tanti produttori italiani hanno raggiunto una piena maturità nell’utilizzo della barrique o della botte, lasciando indietro certi eccessi del passato: molto legno nuovo, tostature pesanti, aromi di rovere invadenti e coprenti. Oggi su questa maturità si innesta anche una nuova consapevolezza ambientale, quella della tutela della foresta. Ragionando di queste cose con Jean Charles, che di foreste è un grande conoscitore e appassionato, e dal 2011 anni collabora attivamente con INRA (Institut Nationale de la Recherche Agronomique) per lo studio della genetica delle querce, abbiamo condiviso un obiettivo comune: partecipare a progetti di qualità insieme alle cantine italiane per ottimizzare l’utilizzo del rovere nell’affinamento dei diversi vini, partendo dalle migliori barrique possibili e realizzate con il minor impatto ambientale, perché questo è Esprit de Dryades. Vuol dire anche costruire botti che garantiscano ottimi risultati per alcuni anni, perché abbattere un albero che ha impiegato duecento anni per crescere per farne quattro o cinque botti che saranno usate un solo anno va contro l’idea della sostenibilità”.
“Non esiste un catalogo Esprit des Dryades – commenta Jean Charles – perché le botti sono prodotte esclusivamente su ordinazione e secondo specifiche concordate con il cliente e l’enologo, anche sulla base di progetti di lungo periodo, che prevedono continue verifiche e messe a punto sulla base dei risultati conseguiti sui diversi vini e destinati ai diversi mercati. Le parole d’ordine sono flessibilità, qualità estrema, tracciabilità a partire dalla singola pianta”.
I tecnici e i produttori che desiderassero visitare lo stabilimento di Cognac o avere maggiori informazioni sulle botti “Esprit des Dryades” possono contattare il responsabile per l’italia Joseph Nicastro (a destra nella foto con jean Charles Vicard) telefono 33 682 50 07 13 Email jjjnicastro@gmail.com

Fonte : http://millevigne.it/newsletters/120224-esprit-de-dryades